IL TRENO DELLA VITA
E il treno corre,
corre lontano sui binari
della vita,
lungo la strada del mio
dolore.
Va via velocemente
proprio come i miei anni,
il mio tempo che scorre.
Dai vetri del finestrino il
quadro cambia sempre
vedo montagne invalicabili di
paure,
pianure non più verdi di
speranze invecchiate,
laghi salati di pianto amaro.
Vedo fiumi, violente cascate
trascinare via tutto quanto,
mari in tempesta come i miei
pensieri irrequieti.
Vedo gallerie coprire il sole
come i miei momenti bui,
prigioni di tanti limiti ed
arrese,
miraggi di felicità nei
deserti della mia esistenza,
il cielo dove non ho mai
volato,
lontane isole esplorate solo
nei sogni,
nebbia lontana e foschie
senza amore, senza fortuna
e poi
file di alberi e nuvole
passare come un susseguirsi di emozioni,
paesi e città fuggire
malinconicamente come i ricordi più belli,
prati verdi dove correvo
sull’erba da bambino,
rivedo mia madre aspettarmi a
braccia aperte,
odo nel vento la sua voce che
mi chiama.
Il treno corre
la sua corsa senza fine
senza ritorno, senza fermate
ed io via con lui
m’allontano sempre più senza
sapere dove andrò,
certo di perdermi solo
come un vagabondo senza
famiglia.
Addio casa mia d’infanzia!
Addio amici della mia
adolescenza!
Addio giovinezza perduta per
sempre!
Quanta struggente nostalgia
mi avete lasciato!
Com’è triste non poter
tornare indietro!
Ma perché la vita è una corsa
continua?
Perché la fine di un viaggio
non c’è mai?
Mi fermerò soltanto
quando giungerà l’autunno con
la sua folata gelida,
come foglia ormai ingiallita,
sarò strappata dal mio
albero,
trascinata nel vento.

Commenti
Posta un commento