Poesie




  LA MIA ANIMA È NUDA

La mia anima è nuda

anarchico il mio istinto

folle la mia mente

immorale la mia libertà.

La mia anima è nuda

ama i bambini

sta al fianco di barboni, disadattati, emarginati

adora gli ultimi della classe sociale.

La mia anima è nuda

non sa vivere in società

non scende a compromessi e non concepisce le regole

non lavora e non produce.

La mia anima è nuda

è troppo grande per essere prigioniera in un corpo di carne

non può esser limitata dal tempo

è uno spirito libero che anela alla libertà assoluta.

La mia anima è nuda

posta al centro d’una corda tirata ai lati da lussuria e innocenza

come un verme striscia e bacia i piedi del demonio

poi di colpo s’alza in volo e abbraccia Dio

sempre in bilico tra inferno e paradiso.

La mia anima è nuda

soltanto nell’arte, di notte quando tutti dormono,

esce manifestando la sua diversità

se venisse scoperta verrebbe fatta fuori e forse anche uccisa,

bisogna lasciare dormire tranquillamente la gente,

guai a chi provasse a risvegliarli!

quando si sta troppo al buio, si ha paura della luce.

La mia anima è nuda

immortale e ribelle

aliena venuta da chissà quale mondo

destinata a perdersi e soffrire

nel crudele gioco della vita e della morte.

La mia anima è nuda

scevra da qualunque vanità

spogliata nella sua infinita miseria

non si lascia etichettare in nessun modo

non è né maschio né femmina, né schiava né regina.

La mia anima è nuda

conosce la sensibilità del male

è attratta dal fascino del proibito

è inquietante ma sincera.

La mia anima è nuda

è ancora bambina quando sogna

terribilmente vecchia quando insegue la logica

morta e sepolta quando si lascia sedurre da religioni e ricchezze.

La mia anima è nuda

condannata dalla sua stessa sensibilità

ad un isolamento senza uscita,

non chiede più comprensione ormai

sa di averla data ma di non poterla ricevere.

La mia anima è nuda

dannata

salvata

ma dannata ancora.

Anime perverse, entrate in sintonia con me!

sono qui, se volete potete trovarmi

non ho maschere e non mi nascondo:

la mia anima è nuda.





LA MIA MENTE

Silenzi e vuoti intorno a me

quiete assoluta nella mia stanza

sguardo assente, occhi chiusi

la mia mente mi porta lontano fuori da qui

mi trascina via con sé e nessuno se ne accorge,

prende il largo sulle acque

attraversa un fiume tranquillo

che cancella i ricordi

e li fa scivolare via.

La mia mente

è volo di idee

ragnatele di ragionamenti

archivio di esperienze rimosse

cassetti colmi di dubbi incessanti.

La mia mente

è follia pura

immaturità e saggezza insieme

è un gigantesco pallone

che vaga rimbalzando continuamente

da un soffice sogno all’altro.

La mia mente

è finto silenzio

fantasie strane

vertigini e vortici di pensieri

spinta per vivere.

Crea una tempesta

non dorme la notte

incubi che si accavallano

sogni che nascono e rimangono sospesi

paure e solitudini senza fine.

La mia mente

è invasa di ricordi che si susseguono

notizie divorate

date, sentenze, nomi, schede ormai ingiallite

profumi di opere buone

domande senza risposte

amori cancellati e poi riscritti

sì che diventano no.

La mia mente

è un insieme di cose da dimenticare

una cantina di occasioni perdute

di progetti mai portati a termine

di ricordi nostalgici.

La mia mente

silenziosa corre, vola, sfugge,

anela, brama di sapere.

Va via col vento, più su delle nuvole

sopra gli oceani

sorvola spazi infiniti

raggiunge nuovi orizzonti.

La mia mente

mi convince

ha sempre la meglio

detta le sue leggi

ed io non posso sfuggirle,

la seguirò perché lei vuole così.

La mia mente

mi fa impazzire

mi fa venir voglia di scoppiare

mi lascia i segni di chi ha vissuto un’eternità.

Uccidimi il cuore!

la mia mente mi resterà ancora intatta.

Legami con una catena fortissima!

lei mi slegherà,

forse neanche la morte fisica

potrà riuscire a fermarla.

Ti prego mente mia

portami con te lontanissimo

nei grandi campi di neve dove il sole non c’è

nei deserti sabbiosi senza confini

nelle praterie immense

nei mari in tempesta

nelle cime vertiginosamente alte

nelle strade vuote senza fine

che portano al nirvana e all’estasi.

Portami o mente mia

attraverso paesaggi sfocati e laghi annebbiati,

le mie vene saranno fiumi tra le rocce

le mie mani pallidi monti nella notte

il mio sangue torrente rosso più del fuoco.

Solo con te sulla scia delle ninfe

tra cascate argentate, ghiacciai sterminati

i miei pensieri frustati dal vento

scatenati e prendi, prendi tutto di me!





VORREI

Vorrei vagare nell’universo

e cercarti ovunque,

nelle intrecciate tele di un ragno

nel fruscio delle foglie morte

nel dondolare dei rami stecchiti

nel profumo d’un incensiere

sfogliando la Bibbia

dinanzi al portone d’un antico monastero.

Vorrei essere portato via da te nella tua carrozza

lontano dalla prigione d’un grattacielo

lungo le strade dell’inverno

ed osservare riflessa nel lago argentato

la mia immagine vecchia e deforme

trasformarsi nella tua pelle giovane e bianca

e contare poi una per una

le perle della tua corona.

Vorrei capire chi sono

mostrandoti fotografie sbiadite e diari segreti,

mostrandoti la scia luminosa dei ricordi

di quello che ero ieri,

l’anima immortale che vive nei miei versi adesso,

la statua, la lapide e la polvere

di ciò che rimarrà dei miei sogni domani.

Vento impetuoso della fuggevole immaginazione mia

tu spalanchi con forza la porta di questa mia tacita realtà

e nelle annebbiate stanze del tuo nido

io mi sto sempre più addentrando.

Ed ora sento di poterti raggiungere.

Vorrei avvicinarmi ma non so chi sei

vorrei chiamarti ma non so il tuo nome

vorrei seguirti ma tu ti stai sciogliendo lentamente

in aria,

scompari quando credo d'afferrarti.

Eppure io ti inseguo da sempre

nei labirinti della mia mente,

cercandoti affannosamente

in ogni piccolo spazio

della mia camera vuota e solitaria.

E nelle lacrime della solitudine mia

che percorron lente il mio viso pulito,

vedo i miei sogni evanescenti

morire uno dopo l’altro

ed un bimbo,

quel bimbo che vive in ognuno di noi,

li porta con sé invecchiati

fino ad estinguersi

nel riposante approdo d’un obitorio.



NICO

Nico!

Ti ricordo ancora

avevi dodici anni, la mia stessa età

solo qualche giorno in meno.

Nico!

Sei nella memoria coi tuoi occhi scuri

una bocca grande ma con pochi denti

ti facevo il verso

non te la prendevi.

Nico!

Eri sempre con le brache corte

e le gambe viola

per il grande freddo.

Nico!

Ma com’eri buffo

con quel cappellino con il paraorecchie

una grossa sciarpa fatta da tua mamma

come ci tenevi.

Nico!

Il compito in classe

lo copiavi sempre da me

eri furbo

non so come facevi.

Nico!

Insieme sulle piante

a buttar giù palle di neve

alle barbagianne, le ragazzine con gli occhiali

quelle proprio racchie.

Nico!

Non ti ricordi le mele

rubate insieme e mangiate di nascosto

in quel mercato rionale?

E le domeniche d’agosto?

correvamo per le strade deserte

c’eravamo solo noi

chissà cosa volevamo dalla nostra vita!

Nico!

Eri il mio migliore amico

un giorno mi dicesti:

“Se fossi nato femmina ti amerei”.

Quel giorno al doposcuola

ci presero un po’in giro

avevano scoperto

i nostri giochi strani.

Non mi vergognavo di volerti bene, di prenderti per mano,

di regalarti il mio affetto

quello che riuscivo a darti,

quello che potevo darti.

Nico!

Ma tu adesso cosa fai?

chissà se ti sei sposato, se hai dei figli

se pensi ancora a noi.

Com’era bello uscire da scuola!

e col sole o con la neve

tornare a casa

insieme.

Nico!





MADAME CLELIA

Un’emozione forte

si fa strada nei miei pensieri,

lenta scende come un’ombra

nella mia realtà ormai stanca

e tra la fantasia e l’età

mi trascina via con sé

in un tempo ormai lontano.

Mi rivedo di colpo lì

a spiarti dietro la finestra

di quella tua tenebrosa casa antica.

Sui miei undici anni appena compiuti

cadeva già il primo velo di follia,

e che sussulti, che tremiti segreti

in quelle mie inquiete notti di fanciullo

quando impaurito e rannicchiato

mi nascondevo sotto le coperte,

la mia prima masturbazione

la conobbi proprio allora e fu per te.

Madame Clelia!

Eri grande, troppo grande

forse vecchia per i miei occhi e per il mio corpo.

Avevi perso il marito

ti avevano abbandonato i figli

io come un giocattolo, un barboncino

ero tutto quello che ti rimaneva

nella tua vita mai vissuta

sempre attesa, mai avverata.

Ancor adesso

a distanza di tanti anni

non so cosa volessi tu da me

né cosa avrei potuto darti io.

Ma ti giuro Madame Clelia,

tu sei stata per me una regina

ti vedevo danzare nei miei sogni di bambino,

mi chiedo come mai così bella dentro

nessuno, all’infuori di me,

ti aveva vista mai.





PAESE NATÌO DI MIA MADRE

Al tuo paese torni

con me

ogni tanto,

ma sei triste

pensierosa

non parli.

La tua fontana rivedi

i vicoli

la piazza

che a miglior tempo

ti furono amici.

Anche la tua casa

giace silente e vuota

negletti i fiori

accanto ai muri.

Guardi fissa la chiesa

e odi la voce

di chi la preghiera

t’insegnò a ripetere.

Vedi tutti i ricordi

segnati da croci

cerchi ma non trovi

la speme d’un dì.




IN SIMBIOSI CON L’UNIVERSO

È solo mio questo improvviso aprirmi

e rivedere in un attimo tutta la mia vita come in un film registrato

e poi simultaneamente

allargare le braccia all’universo che mi circonda

e respirare a pieni polmoni

come volessi trasportarlo in me

per sentirmi parte di esso.

E poi ancora rivedere con gli occhi della memoria

lontanissimo come da un cannocchiale rovesciato

me stesso bambino giocare in un cortile

e paragonarlo alla luna

distante anch’essa mille anni luce da me.

E continuare a rivivere nei ricordi

la spensieratezza della giovinezza

e nello stesso istante

dirigere lo sguardo verso l’azzurro del cielo

ammirare spazi infiniti

nuvole bianchissime come zucchero filato, mongolfiere in volo

Ridiscendere poi negli anfratti della mia memoria

e riscoprire la ragazza che ho baciato e amato

per la prima volta,

e confrontare la luce limpida dei suoi occhi

con quella delle stelle

o semplicemente della stella cometa.

Ricordare infine i dolci versi

scritti in tenerissima età

nella mia prima poesia,

immaginando di trovarmi

tra fiorellini di campo di vario colore,

solleticati dolcemente da un leggero venticello,

mentre uccellini nel nido assieme alla loro madre

e tanti piccoli animaletti festanti

tutti insieme

cantano la loro canzone alla primavera.

Capisco proprio in questi dolci momenti

di non essere solo

malgrado il tempo che passa

malgrado non abbia una compagna.

Intorno a me

vedo tutto un mondo magico

che pullula d’amore.

C’è tanta musica nell’aria che respiro

ed ora finalmente anch’io posso sentirla

e lasciarla entrare nel mio cuore.

Sono in simbiosi con l’universo.











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