LIRICHE (Claudio Cisco)


EROS E MORTE
Eros e morte
camminano insieme,
l'uno a fianco dell'altro,
dall'origine dell'universo
sino all'eternità.
Non può esistere il sesso
senza l'incombente presenza della morte,
e non si può morire per sempre
se non si sparge prima su questa terra il seme dell'amore.
Ogni essere umano comincia a morire
da quando un orgasmo lo genera,
e conserva nella memoria d'una lapide
parte di quell'amore che non separa la vita dalla morte.
Non c'è maga Circe capace di convincere Ulisse
col dono dell'immortalità,
e non esiste spada di Damocle sul punto di crollare
che spaventi l'uomo
perchè quest'ultimo, bramoso d’avere tutto e subito,
ostinato e vanitoso,
innamorato di quel breve soffio che è la vita,
è pronto a sfidare persino gli dei primeggiando
pur di amare e morire,
respirando fino all'ultimo alito di vita,
sfruttando anche l'ultima goccia di sangue che arrivi al cuore.
Dinanzi a tanta meravigliosa presunzione di vitalità
anche l'Onnipotente resterebbe senza parole.



 MADRE E FIGLIO
Perchè sei così sporco, figlio mio?
sembri il figlio di nessuno!
Ho fatto l'amore per la prima volta, madre!
con una grande signora.
Perchè l'hai fatto, figlio mio?
c'è il tempo giusto per ogni cosa.
Volevo farlo, madre!
non volevo avere rimpianti.
Ma sei impazzito, figlio mio!
hai imboccato una strada sbagliata.
Forse sto sbagliando, madre!
ma abbiamo sentito di farlo sulla terra e nel fango.
Tu hai perso il senno della ragione, figlio mio!
non ascolti più neanche tua madre.
Io ti voglio ancora bene, madre!
ma oggi ho scoperto di avere un'altra madre:
è questa terra che stringo nelle mani,
e l'aria che sto respirando,
e la natura, il mondo, l'universo
e tutto ciò che mi sta intorno.
E quando mi sentirò triste e solo,
mi arrotolerò con gioia nel fango,
soffierò felice sulla polvere delle mie mani,
bacerò i fiori dei campi
e mi laverò la faccia con l'acqua dei ruscelli.
Non ti capisco e non ti riconosco più, figlio mio!
ma come parli?
Io invece ora mi conosco bene, madre!
parlo col linguaggio dell'amore!
E darei tutto quel che ho
pur di trasmetterti la felicità che ho dentro.



 IL MIO CORPO SUL TUO CORPO
Il mio corpo sul tuo corpo
si muove lentamente.
Il mio corpo sul tuo corpo
si dimena dolcemente.
Voglio scoprire il tuo segreto,
sprofondare nell'intima tua essenza
fino a esplodere in te violentemente
svuotando il mio liquido nel tuo nido inebriante.
Ora che sono in te
non puoi più nascondermi nulla,
ho svelato il tuo mistero di donna,
io ti possiedo, so tutto di te.
Prepotente,
sono entrato nella tua inesplorata caverna,
e nei tuoi umidi anfratti
sto scivolando.
Sono io il tuo corpo.
Sono io l'universo.






 BIANCANEVE
Ragazzini eravamo forse bambini
una decina circa non di più
8-10-13 anni al massimo
queste le nostre età.
35 anni aveva lei se ben ricordo
Biancaneve la chiamavamo noi,
per cinquemila lire il pisellino ci toccava,
per dieci lo succhiava.
Infine per trentamila l'amore faceva
e sempre con uno per volta
mai tutti assieme
o più di uno.
Com'era bella Biancaneve nostra!
Com'era dolce e comprensiva!
Come ci sapeva fare!
Un dolce segreto era e nessuno di noi mai parlò.
Per caso l'ho rivista dopo 30 anni e forse più
appesantita, invecchiata, sfiorita, la nonna pareva
di quella Biancaneve conosciuta allora
ma un sussulto al cuore ho avuto lo stesso nel vederla:
"Biancaneve!"
d'istinto le ho detto senza volerlo;
"Prego?"
mi ha risposto stupita lei.





 LE TUE MANI
Le tue mani morbide più della seta
sfiorano con dolcezza il mio pene,
lo accarezzano,
lo stringono,
lo muovono.
Chiudo gli occhi
mi concentro su quel delizioso piacere,
sospiro piano,
mi abbandono vinto,
abbraccio l'estasi.
Come un trovatello ragazzino
stretto fra le tue mani,
il mio membro si lascia andare,
cresce sempre più
nell'eccitante movimento d'un'altalena.
Il cuore ora sembra scoppiarmi in petto,
incontrollabile diviene il mio respiro,
esplode come neve bianca
il succo del mio piacere
splendido dono per le tue sapienti mani.






  AMPLESSO
I nostri corpi che si scontrano
e si possiedono senza tregua.
Pelle bollente,
segnata,
battuta,
e il sangue che scorre dentro
impazzito.
Fluisco dentro di te
come un'onda inarrestabile
che mi porta a riva,
e poi
mi spinge di nuovo al largo.
Scopro limiti che mi fai superare
ancora prima che io me li ponga.
Non resisto perchè non voglio resistere.
Prima ti penetro la mente con la mente,
poi il sesso con il sesso.
Il tuo corpo apre la folle danza del piacere
e il mio puntuale risponde.
Penetro in te in profondità.
E' come se io stesso entrassi in me,
scavando tra emozioni e desideri
che non conosco
e scopro ogni volta come fosse la prima.
Ti accarezzo
come un soffio di vento
e mi scuoto quando esplodo in te,
quando godo nella parte più intima del tuo corpo,
quando esce l'animale che ruggisce dentro di me.
E in quei momenti,
possiedo anche la parte più intima
della tua anima.
Ti faccio gemere, urlare, tremare, godere, venire.
Per me tu sei sempre
completamente nuda
anche quando sei vestita,
mai ho desiderato tanto conoscerti!
possederti!
amarti!




 TI POSSIEDO
Ti guardo negli occhi fiore del male
e poi ti bacio tirandoti i capelli.
Ti mordo forte le labbra,
ti strattono, ti sgrido, infine ti faccio gemere.
Stringo la tua carne fra le mie mani,
ti spoglio fin dove voglio,
ti costringo in tutto e per tutto.
Ti colpisco forte e non smetto
neppure quando mi supplichi,
poi piego il tuo corpo sul tavolo
e ti espongo, ti offro, ti apro.
Ti insulto,
ti faccio promettere l'impossibile,
m'impongo e dispongo di te,
ti infilo dietro qualsiasi cosa,
la forzo sempre più dentro lasciandola lì come dolce tortura,
ti ficco il mio sesso in bocca fino a non farti respirare.
Poi ti alzo il volto e ti guardo,
ti penetro col mio membro
riempiendoti di me e di altro.
Ignorando le tue lacrime
ti sbatto violentemente,
ti uso,
ti possiedo.
Non puoi più pensare ora
e nemmeno agire: kamasutra dammi l’estasi!
Finalmente ti ho dominata,
mi appartieni,
sei totalmente mia.




 LEGATO
E' inquietante
questa corda nera
come l'atmosfera che respiro
attraverso la benda.
Mi preme sulla pelle
e mentre imprime strani disegni su di essa
sembra che il fuoco divoratore di cui è capace
mi trasformi ammaestrandomi con disciplina.
In preda a questo vizio perverso
che mi hai insegnato,
non so difendermi
nè voglio, mi lascio andare sconvolto nei sensi.
Questa corda mi appartiene,
i suoi fili intrecciati m'immobilizzano
iniettando nei miei occhi
sete di sfida.
Le parti del mio corpo vibrano
imprigionate in quella ragnatela di piacere,
risalta inconfondibile il desiderio
di abbandonarmi completamente a te.
Se non fosse stato creato il piacere sessuale
quanti peccati legati ad esso
non sarebbero stati commessi!
E’ perché è considerato peccato se piace così tanto?
Può il piacere sessuale essere anche piacere dell’anima?
STRANE SENSAZIONI
Strane sensazioni pervadono il corpo e la mente
mi attraversano, mi riempiono, mi lacerano, mi annientano:
la frusta, le corde, le catene
tutto mi consuma.
Attraversato, riempito, lacerato e infine annientato
e poi ancora sconfitto, umiliato, usato
in qualunque gesto, in ogni parte del corpo.
Quale grande capacità possiedi!
Quante infinite sensazioni mi regali!
Che potente nettare di piacere mi offri!
Strane sensazioni mi vincono
fino a divenire  un tutt'uno di orgasmi
in una perfetta simbiosi.



 IL MIO IMPERO
Sono entrato prepotentemente
nella tua anima fortificata.
Inesorabile ho abbattuto ogni tua difesa
e conquistato la tua nuda terra.
E ora
senza nessuna clemenza, nessun mistero
ciò che un tempo era soltanto tuo
adesso è anche mio.
Mi muovo espandendomi dentro te,
come fuoco che brucia appare il mio pene
forte quando divampa,
umiliato quando si spegne.
Ma anche tu sei crollata senza scampo,
nel tuo fragile corpo ormai
ho costruito il mio impero.
Arrenditi a me!




 PAGLIACCIO BAMBINO
Tu sensuale, invitante, carnale
magica e perfetta nelle tue assurde follie di donna.
Gemiti appena sussurrati,
orgasmi urlati a squarciagola
ma sei sempre tu, tu e soltanto tu
dolce e glaciale, candida e perversa,
lucente angelo meravigliosamente diabolico.
Tu carne e cibo della mia mente,
pericoloso rifugio per la mia anima,
cavallone impazzito che travolge il mio mare di insicurezza.
Sento di essere un uomo
solo nell'istante in cui vengo in te,
poi torno e resto per sempre
pagliaccio bambino.





 LA FINE DELLA MAGIA
Il mio respiro,
il suo.
Il mio battito,
il suo.
I respiri che si accordano
ritmici,
affannosi,
incalzanti,
ansimanti.
Il cuore
batte, batte, batte
tutto il petto batte,
pulsa in gola,
pulsa nell'anima.
I pensieri assumono lo stesso ritmo,
la stessa intensità,
si uniscono,
si esaltano.
Un crescendo folle e continuo:
vertigini,
ronzii,
la mente
che ha lasciato ogni controllo.
Le emozioni
sono padrone dei corpi.
Avvinghiarsi,
rotolarsi,
ubriacarsi,
urlare.
Secrezioni,
sudore,
saliva,
odori intensi.
Segnale della fine
o è solo l'inizio?
Silenzio...
assaporando la fine della magia.






 SOLO UN ISTANTE
Il cuore che scoppia,
il respiro affannoso.
Esplodo finalmente
come unico rimedio
per non impazzire di piacere
ma è solo un istante!
La mente si svuota,
lentamente sento uscire
poco a poco ciò che è di lei.
Non sento più le mani, le gambe
non so più chi e dove sono:
odore, sudore, respiro
non sento più nulla!
non ho più un corpo,
mi sfugge l'anima.
E' solo un istante,
poi mi sento leggero.
Una piuma che lieve
si culla tra le nuvole
in un cielo immenso
e mai si posa.
Rientro di colpo nella realtà
disteso sopra il suo corpo abbandonato:
ho soltanto amato!





 FRA LE TUE COSCE
Ora che mi ritrovo fra le tue cosce
vorrei stare fermo per un istante:
donna di terra e di acqua
plasma la mia nella tua intensità!
invadi anche la mia mente!
prendi tutto del mio essere!
Io cane fedele d'ogni tuo desiderio
desisto nel non voler più il poeta in me
in questa sera di stelle senza tempo,
dove in una folle danza di erotismo
si perde persino il mio gemito
formica nella tua foresta di peli.
Donna che mi ami senza amore,
non è alba o tramonto,
non è estate o inverno
e non è nemmeno gioia o dolore:
è un fiore che germoglierà tra le tue cosce
donato insieme con te a questo mondo.


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