liriche dedicate al mare
Perdendomi nel tramonto
L'OCEANO DELL'ANIMA
La felicità
spesso ci raggiunge in silenzio
nei momenti più impensati
della nostra esistenza.
Arriva come un gabbiano
spinto dal vento
e rimane con noi
se non la turbiamo coi nostri pensieri.
L'amore
è come un'onda del mare
che può infrangersi prima del tempo.
Non sarà perduta per sempre dentro di noi,
prima o poi
una nuova onda raggiungerà la riva.
Tutta la nostra esistenza è avvolta nel mistero
proprio come la profondità del mare.
Nei suoi abissi inesplorati
vi è il luogo dove s'incontrano
due realtà della vita:
quella che riusciamo a vedere coi nostri occhi
e l'altra velata dal buio.
Ma nella nostra anima
vive un oceano immenso, potente, sconfinato.
E la nostra immaginazione diviene eternità
spazia nell'infinito
varcando qualunque orizzonte
libera di sognare e di amare.
IL RESPIRO DEL MARE
Com'è bello il mare all'alba!
La spiaggia deserta,
l'onda che l'accarezza dolcemente,
il sole all'orizzonte che nasce,
l'aria ancora fresca.
Passeggiare sulla riva,
ascoltare il suo respiro,
sentire il suo profumo
così intenso.
E poi fermarsi
e rimanere a guardare
questo immenso continuo movimento
fin dove l'occhio può arrivare.
Provo
infinite sensazioni,
il mio respiro,
è il suo.
Un richiamo
e lentamente
passo dopo passo
mi ritrovo immerso nelle sue acque.
Mi sento abbracciato
baciato da questo liquido amante.
Mille brividi
percorrono il mio corpo
e mi lascio trasportare,
libero da ogni pensiero.
Che silenzio stupendo!
E' come rinascere ogni volta.
L'ARTE DEL MARE
Camminando sulla spiaggia
s'incontrano tanti piccoli particolari
che colpiscono la nostra attenzione:
legni levigati dal mare,
fiori sparsi qua e là
usciti dal nulla,
rami di alberi trasportati
dalle mareggiate,
opere create
da questo meraviglioso ed immenso artista.
Ascolta il respiro del mare,
affacciati alla finestra e guarda ....
Il mare gioca con gli scogli
e li accarezza dolcemente
oppure
si abbatte su di loro con forza
e li plasma a suo volere.
Osserva ancora le scogliere!
le onde del mare
giocano con loro
modellandole come le dita di un artista,
con dolcezza e
potenza,
negli anni
ricamano un merletto prezioso,
regalandoci insenature,
grotte bellissime.
Rimani ammutolito
davanti all'arte creativa del mare
e sogna proprio nel punto dove lo stesso
si incontra con il cielo.
IL DELFINO E IL GABBIANO
Volava il gabbiano
nel suo pezzo di cielo dipinto di bianchi voli
permeato dei dialoghi striduli
intessuti di piume leggere.
Nuotava il delfino
nel suo giardino azzurro fatto di onde amiche
scomparendo in esse
e riemergendo poco più in là.
Ma un giorno il gabbiano
volò in un pezzo di mare
e il delfino si immerse
in un giardino di cielo osando sognare.
E lì si incontrarono
in quella terra di mezzo che è l’orizzonte,
in quello spazio infinito dove si affacciano i sogni
che è approdo felice di pochi.
Allora il gabbiano disse al delfino:
quali sono i tuoi sogni?
e il delfino rispose: volare e i tuoi?
il mio sogno è imparare a cavalcare le onde, rispose il
gabbiano.
E il gabbiano e il delfino si presero per mano
e insieme divennero maestri e scolari l’uno dell’altro,
scoprirono la forza di essere in due
e di saper sognare.
Quando venne il momento di separarsi
il gabbiano disse "addio" e riprese il suo
volo
"addio" rispose il delfino
e scomparve nel blu.
Ma il suo cuore di oceano
aveva messo le ali
così come il cuore di aliante del gabbiano
che adesso solcava i mari.
Erano a conoscenza entrambi
che prima o poi si sarebbero incontrati nel cielo o nel mare
ormai sapevano essere mare e sapevano essere cielo
e all’orizzonte potevano essere sogno.
QUELLA STRANA RAGAZZA
Magia di una notte di luna piena.
Non riuscivo a dormire.
Le tende bianche svolazzavano leggere
e una chiara luce illuminava la stanza.
Il respiro del mare arrivava alle mie orecchie
il richiamo era troppo grande per resistere.
Una figura
dai lunghi capelli biondi,
innamorata del suo mare
veniva verso di me.
Il suo sorriso era dolce
i suoi occhi tristi,
quella strana ragazza confidava al mare sogni e segreti
sicura che mai nessuno li avrebbe rubati.
Disperato io la chiamavo
in quella notte di luna piena,
avevo bisogno che qualcuno mi ascoltasse
sognasse per me.
E lei era già là
a piedi scalzi,
sulla sabbia umida e fresca,.
si lasciava accarezzare dalle onde.
I suoi occhi erano quelli del mare
guardavano la luna e il suo chiarore
inseguivano i suoi desideri,
rincorrevano i suoi
sogni.
La luna
era alta nel cielo,
la sua luce argentea
illuminava il mare.
Gli occhi di quella strana ragazza
seguivano il ritmo delle onde,
la vedevo correre,
ritornare a vivere.
UN ALTRO GIORNO MUORE
Il sole
gioca con i colori,
ogni volta
sempre diversi.
Come non volesse mai andare via
fino all'ultimo momento
i suoi raggi si specchiano nelle tue acque
trasformando l'orizzonte in un una tavolozza dai mille
colori.
Il cielo scuro
si riflette in te
come in uno specchio,
e tu diventi triste e il vento muove le tue onde.
Un altro giorno muore
dimenticato nel silenzio,
solo un gabbiano sopra di te
vola.
QUEL MARE
In quei giorni
ero triste,
disperatamente solo,
ateo,
col cuore chiuso nel ghiaccio.
Per fuggire dal mondo,
lontano da tutto e da tutti,
mi rifugiavo lì nel solito posto
sulla spiaggia in riva a quel mare.
Quante volte ho pianto!
volevo capire,
essere amato,
tornare bambino,
e parlavo al mare della mia solitudine.
Più volte seduto sopra quella sabbia
ho provato ad alzarmi di scatto
per andare incontro al mare
sempre dritto fino ad annegare.
Desideravo affidare
a quelle acque a me così care
il mio corpo,
e farla finita per sempre.
Ma qualcosa invisibile e forte
mi ha sempre fermato
proprio sul punto di farlo,
oggi che sento Gesù nel cuore
capisco che è stato Lui a bloccarmi.
Adesso la mia vita
è completamente cambiata in positivo,
torno spesso in quel posto
ma non mi sento più solo.
Gesù è con me,
sento gioia, felicità, certezza,
ho dentro una ricchezza immensa
non spiegabile a parole.
E' una potenza d'amore, una luce infinita,
e quel mare che prima mi parlava di morte
o non mi rispondeva affatto,
oggi comunica col linguaggio della pace.
I TUOI SEGRETI
L'immensità che ti porti dentro
è come il mare.
Non scorgo l'orizzonte
del tuo essere.
Cielo e acqua si fondono
nella tetra nebbia della tua solitudine.
Non ci sono velieri di speranze in te,
e nemmeno alghe
che possano attaccarsi agli scogli.
Rifiuti la mia àncora di salvezza:
perchè ti lasci annegare così?
Preferisci naufragare nelle tue paure
per poi morire
nel vento e nella tempesta del tuo dolore.
Non posso far nulla se non ti lasci aiutare,
darei la mia vita per te.
E come un marinaio sconfitto
vago alla scoperta dei tuoi segreti.
ANIMA INQUIETA
La mia anima inquieta
di naufrago Ulisse,
non ha smesso
di navigare;
non ha porto
cui fare ritorno,
non ha lidi
sui quali approdare,
è perdutamente libera.
Dolce sirena,
più del tuo canto
mi vince il silenzio.
LE ALI DELL'ANIMA
C'è un momento nell'universo
in cui il cielo
incontra il mare.
Ed è proprio in quell'istante
che le ali dell'anima
iniziano a volare...
LA POESIA DEL GABBIANO
E' arrivata esultante
la stagione del gabbiano,
è tempo di migrare
verso terre lontane
per scoprire nuovi segreti,
nuove sensazioni.
Un nuovo giorno è oggi
per spiccare il volo
sulla superficie del mare aperto,
sull'orlo dell'oceano,
per volteggiare sulla cresta dell'onda.
Vola nel vento gabbiano!
vola più in alto che puoi!
non ti fermare.
La mia penna
saranno le tue ali,
i miei versi
la tua scia.
IL MARE E LA BAMBINA
L'inesorabile sbattere delle onde
graffia gli scogli,
li scolpisce,
li modella.
La bambina,
con la vestina gialla e il fiocco stretto in vita,
ha negli occhi l'immagine del sole
per l'ultima volta visto.
Guarda il mare,
vi proietta quell'immensa luce.
E' solo un attimo
e l'acqua la travolge.
E dopo è solo luce
luce che rischiara e scalda il mare
e la bambina è solo acqua.
LA SPOSA DEL MARE
Il suo corpo
appartiene solo al mare
fedele sposa e amante del potente Nettuno.
Avanza elegante tra schiere di pesci
nel suo abito bianco,
spuma di cristallo
dal riflesso lunare.
Avanza la sposa sopra le onde,
cadono fiori dal cielo stellato
cielo che si confonde col mare,
brezze di vento
alitano accanto,
leggero un profumo di conchiglie
si diffonde sulle coste.
E' un rito la sua danza
sulle acque in controluce,
lontano s'ode un canto.
LAGGIU' DOVE SI DISPERDEVA IL MARE…
Si dirada come per incanto
la nebbia che mi avvolge
e s’apre d’improvviso il cielo
col suo manto azzurro,
torno a ritroso nel tempo in seno ai miei ricordi
come alghe marine che succhiano caute mammelle di roccia.
Mi rivedo di colpo adolescente
quando evitavo i compagni e le feste
e restavo da solo per ore
ad osservare la distesa infinita del mare,
una voce dentro mi ripeteva sempre:
“i sogni non muoiono mai”.
Cercavo la libertà,
mi chiedevo se nell’universo esistesse qualcuno simile a me,
immaginavo di volare via per scoprire il mondo
senza ritorno, senza fermarmi
come un’onda senza mai una spiaggia
ed i miei occhi ragazzini curiosi e attenti,
si perdevano in lontananza,
laggiù dove si disperdeva il mare oltre l’orizzonte.
ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE
Allontana da me questo calice, Mare!
non voglio berlo,
non è vino
ma è sporco di sangue, veleno per il mio spirito
è salato
come schiuma di mare.
Allontana da me questo calice, Mare!
non lasciare che io m'immerga in te
sino a scomparire sott'acqua,
sono ancora vivo
il mio corpo inerme non giace sul tuo fondale.
Allontana da me questo calice, Mare!
sono solo un uomo di carne e ossa
non posso vincere le tentazioni
non riesco a sconfiggere forze soprannaturali,
abbi pietà di me. Nelle tue acque ho gettato la rete.
Allontana da me questo calice, Mare!
sono come Gesù nell'orto degli ulivi
non posso perdermi
e tu non puoi abbandonarmi
ora che ne ho più bisogno.
Allontana da me questo calice, Mare!
trasmettimi la potenza delle tue onde
la libertà del tuo orizzonte,
fa' che la tua immensità
riempia la mia solitudine.
Aiutami!
SOGNI DI SIRENE
Era quello un modo
per rinascere innocenti
su una strada nuova,
come se una dea partoriente
avesse plasmato il suo feto
in schiuma di mare,
fino a ridosso delle correnti
dove accorsero sirene
a cantare ninnananne al vento,
richiamo vibrante
d'antica preghiera,
primordiale anelito
di sfiorare Dio,
PERDENDOMI NEL TRAMONTO
Un
altro giorno sta passando uguale agli altri
ed
io sono da solo con i miei pensieri come sempre,
dentro
l'anima sospesa tra i ricordi e l'infinito
una
irrefrenabile voglia di fuggire via,
di
respirare forte l'aria.
Con
la mia auto corro sull'asfalto verso chissà dove
come
per riscattare l'anima dal suo torpore
ma
la strada sembra farsi sempre più triste.
Il
sole scende lentamente all'orizzonte,
la
sua luce filtrando attraverso le mie lacrime
mi
mostra il suo colore su ogni cosa intorno
avvolgendo
il paesaggio d'una malinconica bellezza.
Vedo
la spiaggia deserta,
cammino
udendo il rumore del mare che s'infrange contro gli scogli,
sento
il calore della sabbia sotto i piedi nudi e mi scopro vivo
seguo
la via illuminata che il tramonto sembra indicarmi.
E
in quella luce come una visione
mi
appare il tuo viso
così
vicino da sembrare reale,
per
quante notti l'ho sognato.
Purtroppo
i sogni vanno via col vento e si dissolvono
ma
io, chissà perchè, non l'ho mai dimenticato.
Ora
vedo scomparire laggiù in fondo al mare
il
sole,
nasconde
i suoi ultimi raggi quasi furtivamente,
e
la superficie dell'acqua,
che
nelle giornate serene luccicava
come
ricoperta da miriadi di specchi,
assume
quel triste colore che segue al crepuscolo
delineando
il profilo d'una natura morente.
Anche
il tramonto ormai,
come
tutte le mie cose più belle,
è
fuggito via.
Ed
io mi trovo ancora qui in riva al mare
senza
sapere il perchè.
Portami
via dove sei tu
non
lasciarmi solo.
Distante
dal mondo
senza
ombra viva intorno e col tempo che vola,
la
mia anima s'è perduta




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