POESIE DI CLAUDIO CISCO
ANGOLO DI PARADISO
Vi è un angolo
di paradiso
in casa mia,
uno spazio piccolo e definito
ma per me prezioso e vitale,
come squarcio di cielo
o gemma preziosa
custodita in segreto
nelle profondità più nascoste
del cuore.
Ed è lì
che mi raccolgo in preghiera
ogni volta che sento il
bisogno di farlo,
avvertendo la presenza
misteriosa di Dio
come anelito di speranza
riverbero di luce infinita.
Davanti alla statua del
Cristo risorto
la mia anima acquista vita e
si nutre di nuove forze
sospinta verso l’alto dal
soffio di Dio
fino a sentirmi
in simbiosi con l’Eterno.
LA FORZA DELLA PREGHIERA
Tanto tempo fa
qualcuno disse:
“Se non sarete puri come bambini
non entrerete nel
regno dei cieli”.
Poi,
aggiunse di pregare
col cuore e con fede,
per ottenere qualunque cosa.
L’uomo,
da sempre lontano dal Creatore
con le mani giunte,
per la prima volta iniziò a pregare.
Dopo pianse di gioia
e il mostro a tante teste
diventò un coleottero,
l’orco cattivo
si trasformò in un arcangelo bambino.
R
I S U S C I T A M I
Maestro, ho tanto
bisogno di un miracolo
trasforma la mia vita
e tutto in me
da tempo non vedo più
la luce
hanno spento già la
mia gioia di vivere
umiliato la mia
speranza,
vedo i miei sogni
cancellati tristemente
lacrime di solitudine
bagnare i miei occhi.
Maestro, non ho altro
che io possa fare
solo tu hai tutto il
potere,
sono seppellito come
Lazzaro in questo sepolcro di disperazione
c’è un macigno che
Satana ha messo davanti.
Maestro, chiama il
mio nome ti prego
ascolterò con fede
inginocchiato la tua voce
rimuovi la pietra
delle mie paure e chiamami ad uscire
fai rivivere i miei
sogni: liberami!
Sospinto dalla fede
che c’è in te
sicuro d’una vittoria
che tu solo dai
risuscitami.
DESIDERIO D’INCONTRARTI
Non ho mai conosciuto amore alcuno
in quest’orrido deserto della mia esistenza.
Solo miraggi inconsistenti e sogni naufragati nel nulla.
Eppure il mio cuore mai domo
anela ancora a te mia sconosciuta compagna
brama il tuo amore come acqua nel deserto.
Se solo potessi trovarti finalmente!
regalarti tutti i miei scritti
accuratamente custoditi sin da bambino,
narrarti con foto e diari la mia storia
di personaggio fuori dal comune eternamente solo.
La mia smarrita anima bambina
ora contesa tra l’amore divino e quello terreno
reclama nel silenzio di un disperato grido senza voce
una sua realizzazione,
una meta da raggiungere.
Sarebbe una rivincita
per tutti i miei fallimenti.
Se solo mi rendessi conto
che tu non puoi esistere
per colpa del mio io troppo particolare,
forse me ne farei una ragione
rassegnandomi.
Soltanto Dio, se vuole, leggendo le nostre menti
può incrociare il tuo sentiero col mio,
annullando qualunque distanza
ogni segreto.
Nel desiderio d’incontrarti
che dura ormai da tutta una vita,
in un’età in cui forse non è più lecito sognare,
un po’ ridendo e un po’ piangendo
rimango ancora quell’adolescente
in attesa e primo amore.
UN
PALLONCINO COLORATO
Ma chi sono veramente io?
Ha senso cercare di scoprire me stesso?
Inseguire uno spettro senz’anima?
Io troppo piccolo
tra tutta questa gente che popola la terra,
insignificante
rispetto alla grandezza dell’universo.
Un palloncino colorato
sfuggito di mano ad un bambino
che vola sempre più in alto
fino a sembrare un puntino lontano.
Poi
sparisco del tutto
privo d’identità
senza storia.
IL
GIARDINO INCANTATO
La bimba dagli occhi assonnati
e con indosso un pigiama bianco,
come sonnambula entra nel giardino incantato
e vede cose mai viste:
statue di cera ed animali parlanti
creature fiabesche e divertenti folletti.
Strane piante ora la spiano
alberi fioriti sussurrano la primavera.
Mille lucciole danzano a festa
bellissima fate muovono bacchette magiche a ritmo di musica
fanciulli fantasmi giocano a girotondo tenendosi per mano.
In fondo a quel giardino fatato
come fosse un regalo per lei
la bimba osserva stupita una vecchia sedia a dondolo.
Si siede felice
chiude i suoi occhietti
e ogni cosa scompare.
FARNETICAZIONE
Ho visto un topo inseguire un gatto
una formica spingere l’elefante
e una gazzella sbranare il leone.
Ho visto anche un nano alto
un bambino vecchio
ed il nero diventare bianco.
Ho visto poi tra fuochi di ghiaccio ed inverni estivi
ciechi vedenti e muti parlanti
lupo e agnello passeggiare insieme.
Ho visto infine il Messia
predicare nel sinedrio e nella sinagoga
di Gerusalemme.
Lo condannarono a morte
con una corona di uva rossa.
Ho raccontato ciò che ho visto
mi hanno internato in un manicomio.
ALBA
Alba!
tu stai sorgendo,
silenziosa brezza nell’aria,
leggiadre ali intorno.
Alba!
tu stai spargendo
il tuo colore
sul mare
addormentato.
La tua pace
mi sta
cambiando.
La mia anima,
svegliandosi,
si sta aprendo all’amore
verso l’infinito.
Io sento
che sto per nascere
sì,
lo sento,
io sto nascendo.
IN SILENZIO
Io e te,
mano nella mano,
camminiamo verso il sole
guardandoci in silenzio.
Le nostre orme sono raggi di
luce,
nel loro chiarore, riflesso,
osservo il tuo viso
dolcissimo
che m’incanta, in silenzio.
Siamo solo noi due,
creati l’uno per l’altra,
rapiti da questo sole
immenso.
Un amore senza fine grande
più di noi
ci trascina via lontano
e tu esisti ormai dentro di
me
ti sento in ogni parte del
corpo,
tu sei l’aria che sto
respirando,
sei la mia stella che brilla
nel cielo.
Vicinissimi, avvolti dal
calore,
noi ci amiamo sfiorandoci in
silenzio.
Siamo in viaggio da qui
all’eternità,
eroi di un sogno in questo
breve vivere,
non svegliamoci mai,
ed ora, in quest’istante
magico,
tu ed io siamo un solo
essere,
non so più dove finisci tu e
comincio io,
dove si dilegua il sogno e
appare la realtà,
ora tutto acquista un senso
e finalmente scopriamo
insieme
che c’è qualcosa di noi,
un motivo per vivere.
Non siamo più soli,
finché mi starai vicina,
saprai tutto di me,
avrai il meglio di me stesso
e tu con me sarai sincera.
Stringimi la mano più forte,
sei l’unico scudo tra me e il
mondo,
ho bisogno di te per non
morire.
PRIMO AMORE
Un’ondata improvvisa di
luminosi ricordi
sommerge per un attimo i duri
scogli della mia realtà
e la schiuma che ritorna al
mare,
lascia un immenso prato verde
ricamato morbidamente dalle
esili mani della primavera
e in quel giardino,
d’incanto,
sbocciarono fiori di mille
colori e ali dorate di farfalle,
lì v’era un bimbo che
inseguiva felice il volo d’un aquilone
ed una bambina
che sfogliava dolcemente i
petali d’una margherita.
Era bello correre insieme a
lei, mano nella mano,
tra le spighe di grano più
alte di noi
e l’azzurro del cielo che
sembrava così vicino, non finire mai,
saltellare a gara con i
cerbiatti,
e seduti in riva al ruscello,
gettare ramoscelli sull’acqua
per vederli galleggiare dolcemente
e all’imbrunire, sudati e
sporchi di terra,
scappare sul colle più alto
ed osservare il volo libero
di stormi di gabbiani su oceani limpidi,
aspettare in silenzio
l’arrivo dell’arcobaleno con i suoi mille colori
e lì: “Io ti voglio bene
anche se non so baciare” le dissi
col cuore che batteva forte
come un uragano,
lei sorrise, mi baciò la
guancia
e sbocciava così il mio primo
amore
mentre una cicogna
volteggiava in festa per me.
Ed ora, proprio in
quest’istante mentre ti bacio amore mio,
io rivivo l’emozione
d’allora,
la stessa gioia ti giuro, lo
stesso candore
e quanti ricordi ancora
vorrei rivivere con te,
non più da bambino, ma da
uomo ormai,
quante piccole emozioni
nascoste in fondo al mio cuore
vorrei regalarti!
quanti segreti avrei da
svelarti!
Ma tu ... tu non capiresti
mai
perché non so capirmi
neanch’io
e non so come mai stai con un
ragazzo come me
che ha ancora quei prati
vergini nell’anima,
che resta sempre solo anche
se tu sei qui vicino a me
pronta ad amarmi: che buffo!
Ti prego non dirmi che sono
un bambino
anche se non so far l’amore,
anche se il mio mondo è
ingenuo.
Tu mi sorridi e sfiorandomi
la mano, mi dici:
“Non esiste al mondo ragazzo
migliore di te”.
Amore mio,
io ti amo per non sentirmi
solo,
per sorridere e volar via,
per vincere la paura che c’è
in me,
per fermare la mia giovinezza
che va via.
Amore mio,
è così naturale essere
felici,
come mai la gente non lo sa,
non mi crede!
DOLCISSIMA STELLINA
Dolcissima Stellina,
timida come un pallido sole
dietro le nuvole,
tenera come un piccolo
usignolo addormentato sul nido,
dal sorriso luminoso e fresco
come stilla di rugiada
tu sei per me il sogno d’una
notte incantata,
l’effimera illusione d’un
amore irrealizzabile.
Sei in questo mio vivere
terribilmente oscuro
come una luce fioca
che da lontano cresce...
cresce... fino ad abbagliarmi l’anima
col tuo modo di muoverti
sublime come ali di cigno
e la tua voce melodiosa come
cori di augelli.
Lacrime lucenti di gioia
brillano adesso nei miei
occhi.
In un attimo tu hai riempito
di bello il mio cuore,
dipinto di sogno la realtà
ed io non vorrei mai più
svegliarmi da questo momento magico.
Sembra quasi d’averti già
conosciuta tanto tempo fa
in qualche sogno lontano
chissà dove
e se guardo attentamente nel
fondo dei tuoi occhi,
scopro in essi l’infinito
vibrare
e tu ed io uniti che voliamo
via sempre più su senza limiti,
dileguandoci come due
gabbiani liberi verso l’orizzonte.
Restano ammutolite nel mio
silenzio magico
mille parole, mille
sensazioni
che sento ma non riesco ad
esprimerti,
non so come spiegartelo
ma avverto dentro, qualcosa
d’indefinibile, mai provata prima,
meravigliosamente reale al
tempo stesso:
un bene prezioso e profondo
sommerso in me stesso
come il rosso corallo negli
abissi del mare.
Da una vita sono in cerca di
te
ma tu sei più di quanto
aspettassi.
Dolcissima Stellina
Abbi cura di te, ti auguro di
non cambiare,
resta quel germoglio che sei
adesso.
Non gettare al vento il fiore
della tua giovinezza,
non smarrire col tempo la
purezza dei tuoi sguardi,
l’armonia d’ogni tuo gesto
perché solo tu riesci a
sorridermi con gli occhi,
hai in te qualcosa in più che
appartiene solo agli angeli:
che ne sarà mai del tuo viso
innocente e pulito
quando, domani, cadranno le
lacrime degli anni?
e quel giorno, ora tanto
lontano, ti ricorderai di me?
Addio mia dolcissima
Stellina!
avrei voluto darti molto di
più
tornando adolescente insieme
con te nel tuo mondo
ma sono dai tuoi anni
ormai disperatamente lontano.
Ti lascio in questa poesia
il mio ricordo di ragazzo
solo come te
ed ogni volta che la
leggerai, d’incanto,
non esisteranno più barriere
né distanze tra noi due,
io, di colpo, rinascerò in te
e tu, specchiata nella mia
anima,
sarai qui vicino a me.
BELLA MESSINA
Come chiave d’oro che apre al
paradiso,
Messina spalanca la porta
alla Sicilia perla incantevole.
Bella Messina,
che si lascia corteggiare da
due mari,
contemplata dall’alto dalle
sue montagne,
sempre spettinata dal vento,
bagnata dal mare ed asciugata
dal sole,
Messina presa per mano dalla
Madonna.
Bella Messina
quando dondola dolcemente le
navi del suo porto,
quando incoraggia e protegge
il sudato lavoro dei suoi pescatori,
quando saluta piangendo ma
aspetta con ansia
il ritorno d’un suo figliuolo
che s’allontana senza lavoro,
quando, nelle sue ville,
accompagna il lento andare d’un vecchio,
guarda commossa gl’innamorati
delle sue panchine,
gioca trasformata in bambina
con i suoi piccoli.
Bella Messina
quando si tinge di
giallorosso dietro la sua squadra,
quando si pavoneggia per
accogliere i forestieri,
quando, tutta parata, si
trucca con i colori della vara
ed il mito dei Giganti,
divertente e scapestrata come
il suo dialetto.
Messina lunga donna dagli
esili fianchi
con gli occhi blu come il suo
mare
ed i capelli d’oro come il
sole delle sue spiagge,
baciata sulla superficie del
mare da mille gabbiani,
che col suo stretto
maliziosamente s’avvicina
senza lasciarsi toccare,
Messina che all’alba apre gli
occhi sul mare
e di notte s’addormenta sotto
un lenzuolo di mille luci.
Messina solare dalle ali
libere verso l’orizzonte
con gli occhi luminosi mai
annebbiati,
sposa d’un clima ch’è armonia
in ogni stagione,
Messina che con frutti e
fiori profuma di primavera.
Bella Messina
defunta ma risorta dopo il
1908,
Messina che vuole andare
avanti,
che non vuol morire più,
vestita ormai di abiti sempre
più moderni.
Bella la mia Messina
è la mia terra, la mia città,
qui sto bene, sono felice.
Ogni sua strada, ogni sua via
è casa mia, il mio giardino.
In lei sono nato
ed in lei voglio morire.
TU BAMBINA
Tu bambina, tu semplicità,
tu gioia e serenità, tu
l’infinita innocenza.
Tu che vivi felice i giorni
della tua giovinezza,
tu che ti affacci con paura
alla tua adolescenza.
Dai tuoi occhi traspare
ancora
la magia di un mondo che sa
di fantasia
e chissà se il tuo piccolo
cuoricino
riuscirà ad esprimere ciò che
sente dentro.
È sbocciato adesso un amore
e forse stai provando
qualcosa che non hai mai provato prima,
sarà per te il primo dolore
ma sarà dolce lo stesso come
il succo d’una caramella,
e le prime lacrime
avranno ancora lo splendore
della tua innocenza.
I tuoi pensieri sono di amori
fugaci,
i tuoi giochi tenere
primavere
e tu ora dondoli spensierata
nell’altalena dei tuoi desideri
come quando stringevi la tua
bambola
che hai perso ormai.
Dipingerai di sogno i tuoi
giorni,
colorerai d’arcobaleno
persino i tuoi disegni
e li annoterai dolcemente nel
tuo caro diario.
Vorrei regalarti una vetrina
e riempirla dei tuoi sentimenti
così chiunque, sostando lì,
scoprirebbe la ricchezza che
hai dentro.
Crescerai in fretta e non mi
vedrai più con gli occhi di bambina
so che ti perderò per sempre.
Mille ed infinite parole non
bastano a descriverti,
mille ed infinite poesie
non potranno farti capire
quanto sei importante
ma quello che provi dentro
non crescerà mai,
servirà a farmi rivivere
ricordi di adolescenze perdute.
Con te bambina
correremo insieme e voleremo
via lontano
verso nuovi orizzonti,
lì, resteremo per sempre
anche se dovrò dirti mille ed
infinite volte: “Tu bambina”.




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