PREGHIERA D’UN’ANIMA IN PENA ALLA LUNA
Luna,
tu muta e bianca
sul destino degli umani
posi silente lo sguardo.
Solinga e distante,
sorella del buio e delle
ombre,
non ti diletti e non piangi
ma taci,
osservi e sempre taci.
Eppure chi può dirmi se non
tu sola
se è per natura perdente
l’umana sorte
o se riposerà alfin ciascun
mortale
e avran sollievo le sue
notturne paure?
Vorrei chiederti o mia cara
luna
a che serve vivere
e dove porta questo terreno
viaggiare,
per cosa si arresteranno i
battiti del mio cuore?
Ma tu mi appari misteriosa e
vana
come lo è tutta l’esistenza
umana
senza risposte, né certezze,
incurante della mia anima che
anela, brama di sapere.
Io fragile essere, piccolo e
limitato
tu immortale creatura d’uno
sconfinato universo,
eppure quanta grandezza
nell’umano spirito
nel desiderare l’infinito pur
comprendendo la propria piccolezza!
Silenziosa luna presto dovrai
andar via,
l’alba si sta svegliando,
la terrena notte illuminerai
nuovamente alla fine del giorno
ma gli occhi del mortale uomo
rivedranno ancora luce?
e le piante e gli animali
tutti qual destino avranno?
Luna
musa ispiratrice di poeti e
cantanti,
meta irraggiungibile di sogni
lontani,
compagna notturna di
viandanti e zingari,
lascia che io alzi lo sguardo
fino a te,
ultima sconsolata preghiera
d’un’anima in pena.
Tu luna vegli sopra uno
strano mondo
fatto di pazzi.
Qui non c’è amore né comprensione
ed io non voglio più starci.
Un immenso buio
ha schiuso le ali sul mondo
e sul cuore degli uomini,
e questa notte sembra non
aver mai fine.
Addio anche a te luna!
la mia solitudine è ormai
segnata
in un presagio di morte

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